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Dialisi peritoneale: assistenza e training domiciliare

di Redazione

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Nel percorso di cura e di educazione terapeutica garantito all’assistito sottoposto a dialisi peritoneale, l’infermiere rappresenta una figura centrale e indispensabile in tutti gli aspetti gestionali e clinici di un buon centro di dialisi peritoneale. Tutto per favorire la deospedalizzazione delle cure, con la conseguente riduzione dei costi sanitari e, soprattutto, per una miglior qualità di vita del paziente dializzato.

Assistenza infermieristica al paziente in dialisi peritoneale

dialisi peritoneale

Una volta avviato il trattamento dialitico peritoneale è necessario un follow up continuo e a lungo termine.

L’infermiere svolge un ruolo chiave nell’assistenza al paziente nefropatico che deve essere sottoposto a intervento chirurgico per posizionamento del catetere peritoneale per dialisi, soprattutto nel post operatorio, in quanto con le proprie competenze tecniche, relazionali ed educative è responsabile del training del paziente, promuovendo la deospedalizzazione e il trattamento domiciliare.

Il training consiste nell’apprendimento delle nozioni teorico-pratiche da parte del paziente, le quali lo rendono abile e autonomo nella gestione della dialisi peritoneale quotidiana.

Inizialmente è prevista una fase pre-dialitica di “conoscimento”, che prevede una corretta e completa informazione del paziente circa tutte le opzioni sostitutive renali e una sua accurata valutazione clinica e socio-culturale, nonché la presenza di un caregiver.

La scelta deve essere consapevole e condivisa da paziente e nefrologo e se il paziente non presenta controindicazioni assolute, e risulta idoneo al trattamento, segue la fase chirurgica e la fase dialitica.

Fase chirurgica

Dopo l’intervento chirurgico inoltre inizia il cosiddetto periodo di “break-in”, ovvero il periodo che parte dal momento del posizionamento del catetere peritoneale fino all'inizio della dialisi peritoneale vera e propria.

Questo consente la cicatrizzazione delle ferite chirurgiche e dell’exit site del catetere peritoneale e dura in genere 15 giorni, ma può protrarsi anche più a lungo.

In tale fase l’infermiere effettuerà lavaggi del catetere peritoneale con piccoli-medi volumi di soluzione dialitica per mantenere la pervietà del catetere, rimuovendo eventuali residui ematici o fibrina e valutarne la funzionalità.

Eseguirà cambi della medicazione sia dell’exit site del catetere peritoneale, sia delle ferite chirurgiche, ogni 72 ore o prima se la medicazione si presenta sporca. I punti di sutura verranno rimossi dopo circa 8 giorni.

Follow up nefrologico

Una volta avviato il trattamento dialitico peritoneale è necessario un follow up continuo e a lungo termine del paziente mediante periodici accertamenti clinici che verranno eseguiti ogni 30-40 giorni nel centro di appartenenza o prima se presenti segni e sintomi di complicanze.

In tali visite nefrologiche verranno eseguiti controlli bioumorali e/o strumentali, verrà valutato l’exit site del catetere peritoneale e l’adeguatezza dialitica. Inoltre, il team nefrologico dovrà accertarsi che il paziente si sottoponga agli esami necessari per l’immissione in lista di attesa per il trapianto di rene (se il paziente ne manifesta la volontà e presenta condizioni favorevoli) e all’aggiornamento regolare.

  • Articolo a cura di Fabiana Viscido | Infermiera

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