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Libera professione infermiere

Gestione contabile per Infermiere in Libera Professione

di Redazione

L’Infermiere Libero Professionista deve sottostare obbligatoriamente ai regimi contabili imposti dallo Stato Italiano. Non lo fa direttamente, ma mediante un ragione-commercialista o un dottore commercialista esperto del settore. Attualmente è possibile optare tra due tipi di regimi: quello semplificato (con sgravi fiscali, per chi non ha mai usufruito della Partita IVA) e quello ordinario (l’IVA viene versata tutta al 22%). Scopriamone assieme di più.

Gestione contabile infermiere

Può sembrare difficile gestire la propria contabilità, ma devi conoscere le basi per scegliere il commercialista giusto.

La Libera Professione in campo infermieristico esiste da sempre, ma è emersa prepotentemente negli ultimi anni dopo l’approvazione della cosiddetta Legge Fornero, che liberalizzava e permetteva di fatto l’utilizzo massiccio di personale con Partita Iva anche nelle strutture sanitarie private. Lo dimostra anche la crescita esponenziale degli iscritti alla Cassa previdenziale ENPAPI. Abbiamo già parlato di come aprire la Partita Iva, adesso vi spieghiamo a cosa fare attenzione.

La gestione contabile

  • la contabilità semplificata è la contabilità che possono applicare le persone fisiche e le società di persone e assimiliate che esercitano attività commerciali con ricavi, conseguiti nell’anno precedente, non superiori a euro 400.000 se esercenti attività di prestazione di servizi, e a euro 700.000 se esercenti attività di cessione di beni.
  • La contabilità semplificata è una possibilità squisitamente fiscale in quanto le norme del codice civile impongono la contabilità ordinaria a chiunque eserciti una qualsiasi attività d’impresa. 

La contabilità semplificata, essendo una possibilità offerta dalla normativa fiscale, deve essere opzionata in sede di presentazione della prima dichiarazione annuale Iva. Nel silenzio si presuppone scelta la contabilità ordinaria.

Dal 1.1.1997 tutti gli artisti e professionisti con qualsiasi volume d’affari rientrano nella contabilità semplificata. Per tali soggetti la contabilità ordinaria si applica solo su opzione;

la contabilità ordinaria è la contabilità che, ex codice civile, viene imposta a chiunque abbia un’attività imprenditoriale (o professionale).

Ai fini squisitamente fiscali, invece, il regime ordinario è obbligatorio solo per:

  • società per azioni;
  • società a responsabilità limitata;
  • società in accomandita per azioni;
  • società cooperative;
  • società di mutua assicurazione;
  • enti pubblici e privati, diversi dalle società, residenti nel territorio dello Stato, che hanno per oggetto esclusivo o principale l'esercizio di attività commerciale;
  • enti pubblici e privati, diversi dalle società, residenti nel territorio dello Stato, che non hanno per oggetto esclusivo o principale l'esercizio di attività commerciale;
  • i consorzi, le associazioni non riconosciute, le organizzazioni non riconosciute, cioè non appartenenti ad altri soggetti passivi nei cui confronti il presupposto dell'imposta si verifica in modo autonomo e unitario;
  • le società e gli enti di ogni tipo, con o senza personalità giuridica - ivi comprese, quindi, le società di persone ed equiparate di cui all'articolo 5 del TUIR - non residenti nel territorio dello Stato.

Nel caso invece di imprese individuali, imprese familiari, società di persone, società di fatto esercenti attività commerciali, la contabilità ordinaria è obbligatoria solamente nel caso in cui sia superato il volume di ricavi di 309.874,14 euro (se si tratta di imprese che esercitano attività di prestazione di servizi) o 516.456,90 euro (se si tratta di imprese che esercitano altre attività). Le imprese il cui regime naturale sarebbe quello semplificato possono tuttavia optare per la tenuta della contabilità ordinaria.

Regime Forfettario

La finanziaria 2015 ha mandato in soffitta il vecchio sistema con aliquota al 5%, sostituendolo con l’attuale Regime Forfettario, che prevede un’aliquota più alta, al 15%, ma un diverso sistema di calcolare l’imponibile, basato su un coefficiente da applicare al reddito, che cambia a seconda delle attività di lavoro autonomo.

La Legge di Stabilità 2016 ha poi apportato ulteriori correttivi, rimodulando i tetti massimi che consentono l’adesione al Regime (15mila euro in più per i professionisti, 10mila euro per le altre attività).

Un’altra novità sostanziale riguarda la possibilità di restare nel Regime dei Miniminon c’è limite dei cinque anni o dei 35 di età, precedentemente previsti, ma si continua ad applicare l’imposta sostitutiva fino a quando si rientra nella soglia di reddito previsti. L’aliquota sostitutiva scende al 5% per le nuove attività, che possono applicarla per cinque anni.

Importante e obbligatoria ai fini pensionistici garantirsi la contribuzione per un avere di vecchiaia; ENPAPI è l’Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza della Professione Infermieristica. È una fondazione di diritto privato che eroga prestazioni pensionistiche di vecchiaia, invalidità, inabilità, superstiti e maternità.

La motivazione che spinge un professionista a essere libero da subordinazione nasce dal nostro spirito individuale, dalla voglia di fare qualcosa per sé e sentirsi unici nel proprio genere, direttamente apprezzati per il lavoro svolto, senza vincoli di orario o mansioni ripetitive e routinarie.

Questo non significa che un libero professionista non abbia regole da seguire o impegni da mantenere, anzi; il procacciarsi clientela e lavoro impegna notevolmente e logora le aspettative personali in una realtà fortemente inflazionata.

Si deve allora fare la differenza tra curare e prendersi cura, garantendo ai propri assistiti una continuità assistenziale che va ben oltre i loro bisogni, mediante un accesso diretto e veloce alla possibilità di cura.

Essere libero professionista non vuol dire però essere da solo, importantissimi sono i contatti con altri professionisti della stessa zona, i quali non devono essere visti come competitor, bensì come opportunità di crescita, di aiuto per la continuità assistenziale e sviluppo dell’assistenza sul territorio.

Mettersi l’uno al servizio dell’altro ha fatto la differenza per gli Infermieri di Famiglia che lavorano sul territorio locale, regionale e nazionale. La condivisione del sapere è l’arma vincente che offre opportunità e sviluppo della professione; sapere, saper essere, saper fare e saper ascoltare faranno il vero professionista libero.

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