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Noi giovani infermieri, con la laurea ma senza lavoro

di Redazione

La voce degli infermieri laureati che non riescono a trovare lavoro. Hanno finalmente il titolo in mano, investono sul loro futuro, ma nel paese la disoccupazione è troppo alta. Il blocco del turnover poi fa il resto. Ecco lo sfogo di una di loro.

Ecco perché i giovani riempiono la valigia di sogni e se ne vanno

donna disperata

Molti giovani infermieri si ritrovano senza lavoro

Siamo un gruppo di infermieri laureati ormai da un anno e mezzo. Ci siamo trovati catapultati in un mondo completamente diverso dalle promesse che ci erano state fatte durante il nostro percorso di studi durato tre anni, tra tirocini di otto ore, notti comprese, esami e tanti sacrifici. La maggior parte delle persone affermano: Come infermiere troverai certamente subito lavoro. Quello che abbiamo trovato sono state solo porte sbattute in faccia e promesse non mantenute. Famiglie che conducono lavori umili per stipendi appena necessari a mantenere e pagare gli studi a noi giovani ragazzi e ragazze. O per tutti coloro che, dopo otto ore di lavoro non retribuito, vanno in un bar o in una pizzeria per guadagnarsi il minimo indispensabile. Ma gli oneri non finiscono qua, perché per potersi iscrivere all’ordine degli infermieri (requisito indispensabile per poter esercitare la nostra professione), abbiamo dovuto spendere dei soldi, pur essendo disoccupati.

Qualcuno di noi è fortunato, perché vive con i genitori e riceve supporti economici dagli stessi, altri invece vivono lontano da casa, gente del sud trasferitasi al nord speranzosa di trovare lavoro, con affitto da pagare e a sua volta figli da mantenere. Dopo aver mandato un'infinità di curriculum, tra strutture ospedaliere, cliniche private, cooperative e studi associati abbiamo sentito tutti la stessa frase: «Al momento non sono necessari infermieri». Eppure gli infermieri che lavorano si lamentano del carico lavorativo troppo pesante, riposi inesistenti dopo le notti, tutto questo perché manca personale. Ma la struttura non ha fondi per assumere gli infermieri, a causa dei tagli alla sanità.

I pochissimi che invece cercano un infermiere, lo cercano con esperienza, magari in una casa di riposo, quando sono tre anni che abbiamo fatto tirocini a stretto contatto con gli anziani, e l'esperienza di eseguire l'igiene personale, di mobilizzare il malato, di effettuare prelievi, medicazioni e quant'altro ce l'abbiamo. Sicuramente un fattore che cambia dal tirocinio al lavoro vero e proprio è la responsabilità. Ma se abbiamo resistito tre lunghi e faticosi anni, ci sentiamo di assicurare che la voglia di fare, di metterci in gioco e di dimostrare quello che valiamo, ce l'abbiamo tutti. Questo è un appello che nasce da ogni singolo infermiere neo laureato:

Dateci la possibilità di crescere, di fare esperienza e di immaginare di poter avere un futuro

Chi la dura la vince, barcollo ma non mollo. Un paradosso, quasi una beffa: secondo gli ultimi dati, in Italia mancano circa 70mila infermieri, un enorme buco che potrebbe essere sanato grazie all’immissione di forze fresche e giovani qualificati, eppure, sono ben 25mila i neolaureati in Infermieristica che non riescono a trovare lavoro. Analizzando e sommando i laureati senza lavoro dal 2011 a oggi, si ipotizza che il 53% sia attualmente disoccupato. Entro fine anno, quindi, considerando una media di 12mila laureati annui, saranno circa 25mila i giovani infermieri con il titolo in mano, ma senza lavoro.

La Campania vanta il triste primato per numero di laureati disoccupati nel biennio 2011-2013 (74,8%), seguita dal Lazio (69,9%) e dalla Sicilia (66,8); male anche dalla Basilicata (66,7%) e dalla Puglia (62,2%). Vanno meglio le regioni del nord: Lombardia e Friuli Venezia Giulia si attestano agli ultimi posti in questa impietosa graduatoria (rispettivamente 19,8% e 22,4%). La situazione dei laureati in Infermieristica non è sempre stata così drammatica: tra il 2003 e il 2007, infatti, il 90% dei neolaureati trovava lavoro entro un anno dal conseguimento del titolo. Poi però la saturazione e il progressivo declino, con la percentuale che al 2012 si attestava al 65%, in calo. Una situazione determinata dal blocco del turnover decretato dal settore pubblico, non certo dalla scarsa intraprendenza dei neo-infermieri.

Stiamo assistendo a qualcosa di nuovo per la condizione infermieristica. Mentre fino a qualche anno fa l’Italia era costretta a importare infermieri da altri Paesi per far fronte alla carenza infermieristica nelle strutture sanitarie, oggi sono gli infermieri italiani a emigrare per trovare lavoro. Quando il nostro paese deciderà di svegliarsi e proverà a invertire la rotta dei cervelli? Tutti noi speriamo presto, ma nell’attesa che questo accada, continuiamo a vedere colleghi riempire una valigia di sogni e andare via.

Maria Lucia Punzo, infermiera

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Commenti (2)

marta_maestro

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1 commenti

Esagerazione

#2

Eppure questa ricerca mostra che la laurea in infiermeristica è fra quelle che da più lavoro, con un 97% di occupazione dopo 3 anni dalla laurea: http://www.infodata.ilsole24ore.com/2018/07/13/le-lauree-non-tutte-uguali-conviene-studiare-guadagnera-piu/?refresh_ce=1

Questo articolo è una grande esagerazione

Modestino

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2 commenti

Pienamente d' accordo con te

#1

Per un concorso per un posto ci presentiamo 5000 persone minimo ... e i fortunati entrano in graduatoria come me e forse non verremo mai chiamati .... condivido con te il tuo stato d animo .... spero che ci saranno qualche protesta in piazza ... e arrivato il momento di scendere in piazza .... in quanto ormai dal mio punto di vista la fnopi ci ha abbandonato facendo delle analisi interne un Po errate . .