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testimonianze

Infermieri 118 e farmaci, in Emilia Romagna ordini dei medici in rivolta

di Paolo Vaccarello

Avviati procedimenti disciplinari contro i medici responsabili di aver redatto le procedure e istruzioni operative degli infermieri del 118

Infermiere 118Di oggi la notizia che il sindacato dei medici Snami ha presentato diversi esposti nelle province di Ravenna, Bologna, Modena e Piacenza relativamente alle procedure esistenti in quei territori che abilitano gli infermieri in servizio sulle ambulanze alla somministrazione di alcuni farmaci in determinate situazioni. E' bene ricordare che queste procedure attive da diversi anni, si inseriscono nelle possibilità descritte nell'art.10 del D.P.R. 27 marzo 1992 tutt'oggi in vigore che cita:

Il personale infermieristico professionale, nello svolgimento del servizio di emergenza, può essere autorizzato a praticare iniezioni per via endovenosa e fleboclisi, nonché a svolgere le altre attività e manovre atte a salvaguardare le funzioni vitali, previste da protocolli decisi dal medico responsabile del servizio.

Sebbene sia noto a tutti i professionisti che il Ministero si stia muovendo nella direzione opposta alle obiezioni mosse dai medici, mi riferisco all'accordo Stato Regioni che apre alle competenze specialistiche per gli infermieri, gli attacchi in regione (che parrebbero destinati ad allargarsi) ci sono sempre stati. Nel 2009 il presidente dell'ordine dei medici di Parma Dott. Pierantonio Muzzetto pubblicò un editoriale al vetriolo sulla questione. Un anno dopo il presidente dell'ordine di Bologna Dott. Giancarlo Pizza, presentò un esposto alla procura di Bologna e di Firenze da cui scaturì un'interrogazione in Consiglio Regionale cui diede risposta l'allora Assessore alla Salute Carlo Lusenti dando sostanzialmente parere favorevole alle procedure in vigore. La risposta dell'assessore fu seguita a breve distanza con l'archiviazione dell'esposto e i protocolli restarono in piedi.

Che i medici dell'Emilia Romagna non vedano di buon occhio i protocolli non ha sorpreso nessuno quindi. Appare evidente che vivano la possibile evoluzione della professione Infermieristica, ritenuta da molti inevitabile in Italia e in Europa, come una invasone di campo e anziché in qualche modo "governare" il cambiamento preferiscono aggredirlo. Seguendo questa cronistoria, appare come una rappresaglia l'avvio di provvedimenti disciplinari contro gli "Esimi Colleghi" colpevoli di aver favorito questo processo di cambiamento che va verso i concetti di de-medicalizzazzione del territorio e contenimento della spesa contenuti nei documenti del tavolo tecnico presso il Ministero della Salute che ha successivamente raggiunto il sopracitato accordo.

Intanto l'Europa, a torto o a ragione, si è mossa e si muove in direzione opposta, ultima nell'ordine la Spagna che qualche giorno fa ha approvato un Regio Decreto che dà il via libera alla prescrizione e utilizzazione di farmaci e dispositivi medici da parte degli infermieri e l'Inghilterra da diversi anni prevede diversi livelli di studio e di autonomia per la professione infermieristica. Probabilmente l'Italia non è ancora pronta a questo tipo di salto evolutivo del sistema sanitario nazionale complice una classe medica forse troppo conservatrice, un sistema universitario non completamente pronto alle competenze specialistiche (in base all'accordo dovrebbero essere stabiliti i nuovi percorsi specialistici con le Regioni) e una classe infermieristica (IPASVI in testa) non abbastanza interessata o capace di creare pressioni in tal senso verso il legislatore e l'opinione pubblica.

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