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Terapia marziale

di Monica Vaccaretti

Indicata soprattutto nel caso di anemia sideropenica, la terapia marziale consiste nella prescrizione di farmaci contenenti ferro per specifiche esigenze terapeutiche in caso il fabbisogno di ferro, variabile a seconda delle varie fasi della vita e di determinate condizioni fisiologiche, non sia adeguatamente soddisfatto determinando carenza o mancanza.

Quando e perché è indicata la terapia marziale

anemia globuli rossi

Gli studi evidenziano che la terapia marziale orale è più sicura per il paziente ed ha un miglior rapporto costo/efficacia rispetto a quella parenterale.

La carenza marziale, considerata una delle più importanti sindromi da malnutrizione, è l'unico tipo ancora significativamente diffuso nei paesi industrializzati. Dai dati epidemiologici dell'Organizzazione Mondiale della Sanità emerge infatti che oltre un miliardo di persone sono carenti di ferro, minerale essenziale per la vita e circa 700 milioni soffrono di anemia, una grave comorbidità per i malati cronici e le donne in età fertile con flussi mestruali abbondanti nonché nel periodo della crescita e in gravidanza, dove l'organismo ne richiede un apporto maggiore.

Nonostante l'assorbimento del ferro contenuto negli alimenti sia fisiologicamente basso, un'alimentazione equilibrata ne assicura generalmente un apporto sufficiente. La forma più comune di carenza marziale, che rappresenta circa il 50% dei casi, è quella sideropenica, una condizione che si instaura quando la carenza di ferro alimentare dovuta alla riduzione nell'assunzione e/o nell'assorbimento si protrae nel tempo.

Si evidenzia nella diminuzione della concentrazione di emoglobina nel sangue: i livelli di ferro sono così bassi da essere insufficienti a produrre abbastanza globuli rossi ed emoglobina, la proteina che trasporta l'ossigeno ad organi e tessuti. Ed è il ferro a consentire, grazie alle sue caratteristiche chimiche, il legame dell'ossigeno con l'emoglobina.

La carenza può essere anche assoluta, in caso di forti emorragie, oppure funzionale ossia da un utilizzo inadeguato da parte dell'organismo a causa di malattie croniche e neoplasie. La carenza marziale lieve o moderata in assenza di anemia, caratterizzata dalla sola ipoferritinemia, è più frequente dell'anemia sideropenica conclamata e si accompagna a sintomi come perdita di capelli, affaticamento, intolleranza al freddo, irritabilità. In caso di mancanza di ferro senza anemia, la terapia marziale è indicata soltanto se si manifestano tali sintomi.

Lo scopo del trattamento dell'anemia sideropenica è ottenere la normalizzazione del livello di emoglobina e del volume eritrocitario nonché il ripristino delle riserve di ferro nei depositi, oltre che rimuovere o correggere la causa scatenante.

Si prescrive una terapia marziale se la prima misura terapeutica, rappresentata dalla correzione delle abitudini alimentari in un soggetto con un'alimentazione sregolata, risulta inefficace.

Consiste pertanto nella somministrazione di sali ferrosi, generalmente per via orale, oppure per via parenterale (intramuscolare o endovenosa). Alternativa al trattamento per bocca, l'infusione endovenosa è indicata quando i preparati a base di ferro per via orale sono inefficaci o non possono essere usati per intolleranza o quando si ravvisa la necessità clinica di una rapida disponibilità di ferro.

Gli studi evidenziano che la terapia marziale orale è più sicura per il paziente ed ha un miglior rapporto costo/efficacia rispetto a quella parenterale. Secondo le raccomandazioni dell'Oms si devono altresì preferire i composti di ferro allo stato bivalente ossia ferroso che sono assorbiti meglio, scegliendo il preparato sulla base della tolleranza individuale.

La dose terapeutica è variabile, da 100 a 200 mg di ferro al giorno in una o due dosi, preferibilmente a stomaco vuoto. Il controllo della risposta alla terapia richiede l'esecuzione di un emocromo, dopo 2-4 settimane, che dovrebbe mostrare un incremento dei livelli di emoglobina di 1-2 grammi/dl.

Se il dosaggio terapeutico è appropriato e la causa di deficit di ferro è stata rimossa, si ottiene la correzione dell'anemia in 2-4 mesi, anche se è opportuno continuare il trattamento per altri 4-6 mesi così da ripristinare le riserve di ferro. Per la durata della terapia è particolarmente importante disporre pertanto di preparati che consentono una maggiore aderenza al trattamento.

Terapia marziale endovenosa

La terapia marziale per via endovenosa è un'opzione terapeutica particolarmente indicata per pazienti con una concentrazione di emoglobina nel sangue inferiore a 10g/dl, in caso di anemia severa sintomatica, in caso di intolleranza al ferro per os, in caso di anemia lieve o moderata associata a patologie (tumori, scompenso cardiaco, insufficienza renale, infiammazioni croniche e reumatiche o perdita di sangue anche per cicli mestruali), in condizioni di malassorbimento o in caso di necessità di una rapida correzione dell'anemia (ad esempio prima di un intervento chirurgico).

Il farmaco endovenoso permette una somministrazione fino a 1000 mg di ferro con una seduta della durata di circa 15-20 minuti. I benefici fisici si osservano già dopo alcuni giorni dalla prima somministrazione, con il netto aumento di energia e un miglioramento della respirazione.

Va eseguita solo in ambiente ospedaliero, che garantisce il pronto intervento di personale qualificato, a causa dell'alta incidenza di effetti collaterali, anche gravi, e per il rischio di provocare reazioni da ipersensibilità, potenzialmente fatali. Tali reazioni si possono verificare anche quando una precedente somministrazione è stata tollerata.

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