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Editoriale

La premier, il fidanzato e l’Italietta

di Giordano Cotichelli

Social, quotidiani, media di vario tipo sono zeppi della notizia del momento: il fidanzato più famoso d’Italia è stato lasciato quasi in diretta dopo l’ennesima boutade machista. Commentatori di vario tipo, intellettuali e fini umoristi si sono scatenati. L’opposizione si frega le mani per l’ennesima figuraccia morale che investe l’esecutivo. La maggioranza di Palazzo risponde come le riesce meglio: grida al complotto, si schernisce un po’ e si leva a moralista di una politica che non può invadere lo spazio del privato, della famiglia, della genitorialità, etc. etc. Difesa d’ufficio che sa un po’ della bizzarria intellettuale, dopo aver detto sulla famiglia e la dimensione della vita personale tutto e il suo contrario, ed averci costruito fortune elettorali facendo arretrare eticamente e culturalmente il paese di mezzo secolo.

Sarà un inverno lungo

giambruno meloni

La premier Giorgia Meloni ha comunicato la rottura con il compagno, Andrea Giambruno, attraverso un post.

Il paese, dal canto suo, gode un po’ di questa consueta pruderie di stato e, nei fatti, si sente non troppo lontano dal comune senso del (non) pudore che si vuole fatto di avance varie e dell’intercalare periodico dell’italica mascolinità che sistema con la mano il rassicurante pacco riproduttivo.

Da lontano, molto lontano, sembra poi arrivare il suono di vaghe parole in difesa delle donne, fatte oggetto, per l’ennesima volta, di attenzioni testosteroniche. Sono però rumori molto remoti, già pronti a perdersi nei baccanali tossici di un paese alla deriva, capace di provare più empatia per lo status coniugale della sua premier che per quello di una migrante.

In definitiva quello descritto è uno dei tanti scenari che, quasi mensilmente, viene attivato per distrarre l’opinione pubblica dai problemi più seri e dare alla politica argomenti su cui polemizzare che, nella sostanza, servono unicamente ad accreditarsi verso il proprio elettorato, quello di ogni fazione in lizza, lungo le linee del pensiero unico che recita: Vedete come sono cattivi gli altri? Noi siamo migliori.

Beato chi ci crede in quanto la brutta realtà economica e sociale del paese è una dannazione quotidiana che pesa ogni giorno di più di qualche conduttore marpione o, peggio, di qualche generale moralista. Al di là di chiacchiere e dei numeri farlocchi, l’inflazione resta alta, il potere di acquisto dei salari continua a ridursi e il lavoro mal retribuito continua a concorrere all’impoverimento di migliaia di famiglie.

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