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Legge di Bilancio

Verso la manovra: preoccupano i tagli per la Sanità

di Redazione

Nello stesso giorno in cui il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha definito il servizio sanitario un patrimonio prezioso da difendere e adeguare, si apprendono i dati di un definanziamento che va a colpire un sistema sanitario già profondamente in difficoltà. Una tabella di previsione tecnica della Nadef evidenzia il calo dell'incidenza della spesa per la sanità sul Pil: in 5 anni, tra il 2020 e il 2025, si passa dal 7,4% al 6,2%, cioè 1,2 punti in meno. E all'interno di partiti dell'opposizione si scatena la rivolta: Meloni sta smontando pezzo per pezzo il nostro diritto alla salute, ha affermato la segretaria del Pd Elly Schlein. A bacchettare il governo, anche il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta: Altro che rilancio della sanità pubblica. Questo è il definitivo colpo di grazia.

Nadef, Gimbe: definanziamento Sanità pubblica sempre più evidente

Nella Nadef tagli alla Sanità pubblica

Nel pomeriggio di mercoledì 27 settembre il Governo ha varato la Nadef, ovvero la cornice che definisce la prossima legge di bilancio.

Tra gli interventi previsti dal disegno di legge di bilancio che il Governo intende presentare emerge la prosecuzione dei rinnovi contrattuali del pubblico impiego, anche con particolare riferimento alla sanità. Questo quanto annunciato da Palazzo Chigi, ma a ben guardare la nota di aggiornamento del documento di economia e finanza 2024-2026 la coperta sembra sempre più corta.

Le stime della Nadef 2023 confermano che la sanità rimane la “cenerentola” dell’agenda politica per varie ragioni. Innanzitutto - scrive la Fondazione Gimbe, che ha effettuato un’analisi indipendente della Nadef 2023 relativamente alla spesa sanitaria sia per verificare la coerenza tra dichiarazioni programmatiche e stime tendenziali, sia per informare confronto politico e dibattito pubblico in vista della discussione sulla Manovra -, il rapporto spesa sanitaria/Pil del 6,7% del 2022 scende al 6,6% nel 2023 e continuerà a calare negli anni successivi, sino a raggiungere il 6,1% nel 2026, un valore inferiore a quello pre-pandemico del 2019 (6,4%).

In secondo luogo, nel triennio 2024-2026 la Nadef stima una crescita media annua del Pil nominale del 3,5%, a fronte dell’1,1% di quella della spesa sanitaria, ovvero un investimento che impegna meno di 1/3 della crescita attesa del Pil.

Infine - continua Gimbe - nonostante le dichiarazioni programmatiche sugli stanziamenti 2024-2026 da destinare al personale del Ssn, la Nadef 2023 non fa alcun cenno alla graduale abolizione del tetto di spesa per il personale sanitario, priorità assoluta per rilanciare le politiche del capitale umano.

Se a parole la Nadef 2023 afferma l’intenzione di stanziare risorse per il rilancio del personale sanitario nel prossimo triennio – conclude Cartabellotta – i numeri non lasciano intravedere affatto i fondi necessari, ma viceversa documentano segnali di definanziamento della sanità pubblica ancor più evidenti di quelli del Def 2023, le cui stime previsionali sulla spesa sanitaria sono state riviste al ribasso. Oggi la grave crisi di sostenibilità del Ssn non garantisce più alla popolazione equità di accesso alle prestazioni sanitarie con pesanti conseguenze sulla salute delle persone e sull’aumento della spesa privata. A fronte di questo scenario, le stime Nadef 2023 spingono la sanità pubblica sull’orlo del baratro.

Manovra, Forattini (Pd): salute, da diritto a privilegio

Gli aggiornamenti diffusi oggi dall'Istat fotografo un Paese in panne: l'indice dei prezzi al consumo aumenta del 5,3% in un anno, il fatturato totale dell'industria si riduce dell'1,6%, l'indice di fiducia delle imprese perde quasi tre punti. La popolazione residente, secondo le previsioni, scenderà a 58,1 milioni nel 2030, e senza politiche demografiche incisive, scivolerà a 45,8 nel 2080.

Anche la sanità pubblica continuerà a perdere pezzi: è di oggi la notizia che nella nota di aggiornamento alla manovra economica, il governo Meloni prevede un taglio delle risorse destinate al servizio sanitario nazionale dal 6,6% a 6,1% del rapporto spesa/Pil. Il dato di 4 milioni di italiani che hanno già rinunciato a farsi curare per costi troppo elevati o liste d'attesa troppo lunghe, è dunque destinato a crescere.

Così come è destinato a crescere il numero di medici, infermieri, operatori sanitari in fuga dalla sanità pubblica per le prospettive di impoverimento del settore e di incremento dei carichi di lavoro. La sanità privata ringrazia. Il diritto alla salute diventa sempre più un privilegio. Ma anche in questo caso, il Governo Meloni agisce in contrasto alla Costituzione, che tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività. Lo dichiara la deputata PD Antonella Forattini.

Sanità, M5S: Governo mina le fondamenta del SSN

La Nadef, premessa essenziale della prossima legge di bilancio, non promette niente di buono in generale, ma è pessima sul fronte della sanità. Tutte le agenzie indipendenti suggeriscono un minimo di 4 miliardi di euro da aggiungere in manovra, cifra che era stata promessa anche dal ministro Schillaci. Il governo, invece, pensa bene di ridurre il finanziamento della spesa sanitaria di circa 3,3 miliardi di euro tendenziali.

La previsione è confermata anche dall’abbattimento al 6.2% in rapporto al Pil della spesa destinata al fondo sanitario nazionale, ben al di sotto del livello raggiunto con il Movimento 5 Stelle al governo, della media europea e molto lontano da quanto viene investito negli altri grandi Paesi europei come Francia e Germania. Proprio oggi il Presidente Mattarella ha parlato del Ssn come di un patrimonio da difendere. Il governo, dal canto suo, preferisce minarne le fondamenta. I fratelli di tagli sono tornati, si salvi chi può. Lo scrivono in una nota Senatori e Deputati del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali.

La situazione attuale è già molto critica – proseguono i Parlamentari M5S –. L’ultimo monitoraggio del ministero della Salute evidenzia come in ben sette Regioni italiane i servizi sanitari non siano sufficienti in termini di Livelli essenziali di assistenza. E in tutto il Paese i cittadini si trovano ad affrontare liste d’attesa infinite, pronto soccorso al collasso e disparità intollerabili tra le diverse zone d’Italia. Sono undici milioni gli italiani che si vedono costretti a rinunciare a curarsi o a impoverirsi per rivolgersi al privato.

Solo maggiori investimenti potrebbero invertire la rotta e il governo che fa? Quello che sa fare meglio: promette nuovi fondi e poi taglia senza pietà. Prepariamoci, quindi, a liste d’attesa sempre più lunghe, a situazioni sempre più difficili per pazienti e personale sanitario, a numeri ancora peggiori sulle rinunce alle cure. Prepariamoci a lottare per la difesa del diritto alla Salute, che la nostra Costituzione definisce fondamentale e il governo continua a mettere a rischio, concludono i Parlamentari M5S.

Sorrentino (Fp Cgil): Fondo sanitario dal 6,7 al 6,1 è cronaca morte annunciata

Esprimiamo preoccupazione e la necessità di una mobilitazione che si intensifichi nelle prossime ore coinvolgendo non solo gli operatori ma anche i cittadini. Portare il Fondo Sanitario Nazionale dal 6,7% sul Pil del 2022 al 6,1% del 2026 è la cronaca di una morte annunciata per il Servizio Sanitario Nazionale. Lo scrive in una nota la Segretaria generale di Funzione Pubblica Cgil, Serena Sorrentino.

Non solo il Pnrr non può e non potrà compensare le mancate risposte ordinarie, ma in un momento in cui il diritto alla cura viene messo in discussione dalla condizione economica delle famiglie che non hanno risorse per accedere ai servizi privati in ragione del taglio dei servizi pubblici, il Governo con questa scelta sta dando un colpo mortale alla riforma del sistema di cure, a partire da quelle territoriali. Per questo il 7 ottobre saremo in piazza per difendere l’art. 32 della Costituzione e per difendere e adeguare il Ssn, come ha detto il Presidente Mattarella, ha concluso.

Zaffini (FdI): sport preferito a sinistra è attaccare il governo

Ai commenti dell'opposizione risponde il senatore Franco Zaffini (FdI), presidente della commissione Affari Sociali, Sanità, Lavoro Pubblico e Privato, Previdenza Sociale, di Palazzo Madama.

Ripetete una bugia mille volte e diventerà una verità, la frase è attribuita a Goethe ma la sinistra, a corto di idee o semplici proposte, ormai l'ha fatta sua e a furia di ripetere che il governo ha tagliato i fondi sulla Sanità ha finito per crederci; e dire che i suoi governi, quelli dove era presente il Pd, hanno tagliato dalla Sanità in meno di 10 anni oltre 30 miliardi, hanno bloccato le assunzioni è inventato i famigerati tetti di spesa. Ora la segretaria Pd, Elly Schlein, piombata sulla terra da Marte, ha attaccato ancora il governo sulla Nadef, inventando tagli inesistenti, ha detto.

Il governo Meloni, quest'anno ha stanziato 2,15 miliardi in più al fondo sanitario nazionale per il 2023, 2,3 miliardi in più nel 2024 e per il 2025 2,5 miliardi in più. Si tratta di oltre 7 miliardi; se includiamo gli 1,3 miliardi contenuti nel cosiddetto decreto bollette, in tre anni aumentiamo di più di 8 miliardi la dotazione del fondo sanitario nazionale, ha aggiunto Zaffini.

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Commenti (1)

MaxGen76

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41 commenti

Ci risiamo, “bagarre politica”…ma poi?

#1

Non voglio entrare in merito, si sa, in politica ognuno tira l’acqua al suo mulino! Secondo me bisognerebbe interrogarsi sul perché la sanità pubblica sta perdendo terreno, rispetto a quella privata, anche tenendo ben presente che ci sono 2 contratti diversi (CCNL e Aiop/Ares118 ecc…)! Ad esempio nel Lazio abbiamo avuto ben 10 anni di commissariamento che ha portato a tagli di personale, definanziamenti e chiusure di nosocomi importanti della capitale…eppure tutto è andato bene, perché necessario (a detta loro!). Il problema sta nel chiedersi dove andranno questi (sempre pochi) fondi? E si, perché a differenza di ciò che una persona possa pensare, al personale che opera nelle strutture restano sempre poche briciole (a volte manco quelle!!!). Non dimentichiamoci BEN 14 ANNI di attesa per un rinnovo contrattuale farsa nel settore privato, che ha portato un “aumento di ben” 156€ netti al mese, per giunta senza un solo euro di arretrati! Aziende con bilanci sempre in rosso…eppure (per leggi inverosimili) chi effettua tagli al personale, facendo “risparmiare l’azienda”, percepisce laute ricompense! Alla fine ci risiamo…la domanda che bisogna porsi è investiamo, certo, ma per chi? Per garantire un SSN equo e che possa curare tutti gli indigenti? Per dare un dignitoso stipendio a chi vi opera? Fanalino di coda dell’Europa? Oppure per aumentare stipendi sempre più d’oro, degli alti vertici, manager e quant’altro?
Se fosse per i primi due punti , ben vengano tali fondi (miliardo più miliardo meno, assumerebbe poca importanza, forse, vista la necessità impellente!)…per il resto…beh ai posteri l’ardua sentenza!