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Infermieri e Oss logorati da turni usuranti, protesta Fials

di Redazione

Davanti all'ingresso dell'ospedale di Cona (Ferrara), nel punto di maggior passaggio dei cittadini e del personale, è stata allestita una tenda, tappezzata di volantini e slogan che esprimono la fatica e la stanchezza degli operatori sanitari. È simbolo del nostro sistema sanitario nazionale, un riparo fragile ed esposto ai venti, spiegano i rappresentanti del sindacato Fials che il 4 marzo hanno organizzato una singolare giornata di protesta davanti al nosocomio per denunciare le numerose criticità della sanità italiana e le condizioni sempre più pesanti dei suoi lavoratori.

A Cona la "Tenda dell’amarezza". Fials: Troppo pochi e mal pagati

bandiera fials

Il 4 marzo 2024 Fials ha organizzato una giornata di protesta all'ospedale di Cona allestendo una "Tenda dell'amarezza".

Doppi turni, carichi di lavoro, ferie saltate, straordinari, come si legge sui fogli appesi sulla tenda, sono alcuni aspetti che accolgono la solidarietà di tante persone che entrano ed escono dall'ospedale. Perché sono temi avvertiti sulla pelle di tutti, dicono i sindacalisti.

Infermieri ed Oss sono logorati da turni usuranti. I pazienti vanno sollevati e spostati, con movimenti ripetuti e perciò logoranti. Servono rinforzi e servono ausili: Siamo troppo pochi e mal pagati, spiega un altro volantino. Così i rappresentanti sindacali, che sotto quella tenda vi hanno passato anche la notte, avvertono che l'iniziativa sarà ripetuta il 12 marzo davanti all'ospedale Delta per sostenere le ragioni e i disagi dei lavoratori. Siamo fatti di carne ma costretti a lavorare come fossimo d'acciaio, così il personale del Cona racconta la propria amarezza.

Le rivendicazioni sono rivolte a livello statale, regionale e locale. Al governo chiediamo visibilità, siamo indietro di trent'anni. Alla Regione chiediamo più risorse aggiuntive per incrementare il salario accessorio, valorizzare il personale che tanto ha dato in termini di impegno e dedizione e fidelizzarlo per frenarne la fuga. Alle Aziende Sanitarie ferraresi chiediamo di recuperare il ritardo nell'avvio delle trattative sindacali aziendali per mettere realmente soldi nelle tasche dei lavoratori – illustrano -, con la contrattazione aziendale si può fare molto, basta volerlo.

La Fials si batte per incrementare i compensi per i turni notturni, festivi e feriali, nonché le altre indennità spettanti. Chiede maggiori assunzioni per risolvere la carenza di personale perché, come si legge in un altro cartello appeso alla tenda, senza infermieri restano solo i miracoli.

La Sanità pubblica ha bisogno di investimenti immediati sul personale. I soldi del PNRR sono stati stanziati per la costruzione e la ristrutturazione delle Case di Comunità ma sono soldi buttati via se non ci sono infermieri, Oss, medici e gli altri operatori sanitari per farle funzionare, avvertono all'unisono dirigenti sindacali e segretari aziendali riuniti attorno alla tenda.

Denunciano che la direzione aziendale del Cona non investe sul lavoro: Da questa direzione ci aspettavamo maggiore ascolto. I nostri quattro nosocomi contano mille posti letto ma alle nostre richieste rispondono con gli spot, denunciano riferendosi alla carenza di personale, che deve essere necessariamente implementato, e di ausili come i letti elettrici – ne sono arrivati soltanto 185 – richiesti per alleggerire il carico assistenziale per gli operatori sanitari esonerati da mansioni pesanti a causa di problemi fisici.

Risulta infatti che un quarto degli infermieri (309 su 1257) e il 30% degli Oss (107 su 359) in servizio all'Ausl sono prescritti, ossia presentano limitazioni legate ad attività professionali. Presso l'azienda ospedaliera tali prescrizioni riguardano il 26% degli infermieri e il 24% degli Oss. Il personale manca anche all'Osco di Comacchio, una struttura a gestione infermieristica sotto di due unità.

Anche il grave problema delle aggressioni al personale non può essere sottaciuto. La Fials ritiene che sia ancora sottovalutato: È stato istituito il Gruppo promozione benessere e contrasto al disagio lavorativo, ma è poco conosciuto tra il personale, concludono.

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