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Cuorgnè: chiuso Pronto soccorso, infermieri ricollocati ad Ivrea

di Redazione Roma

Sono sempre più concreti i timori che la mancata riapertura muti nella chiusura definitiva del Pronto soccorso. Le foto delle insegne coperte da teloni, infatti, non lasciano presagire nulla di buono. E mentre il NurSind parla di infermieri trattati come pacchi postali, e chiede un incontro urgente all’Asl TO4, la stessa Azienda sanitaria invita alla calma: Il presidio ospedaliero riaprirà.

Infermieri trasferiti a Ivrea, non riapre il pronto soccorso di Cuorgnè

L’ingresso del pronto soccorso dell’ospedale di Cuorgnè (Torino) – con le insegne coperte da teloni, per non creare confusione a chi accede alla struttura – non lascia spazio a interpretazioni. E da oggi, come annunciato, il reparto Covid verrà chiuso in considerazione dei bassi tassi occupazionali e dal prossimo 3 novembre verrà riavviata la ripresa dell’attività chirurgica del day surgery.

Il personale infermieristico e Oss che si trovava all’interno del reparto Covid, invece di essere riassegnato al Pronto soccorso di Cuorgnè – con la conseguenza di poterlo riaprire – verrà ricollocato presso l’ospedale di Ivrea, così da coprire sia le carenze inerenti le dimissioni sia le inadempienze legate al vaccino anti-Covid. Da qui l’intervento del NurSind, che ha diffuso una nota tutt’altro che rassicurante: Prendiamo atto dell’informatica aziendale che ci comunica la decisione di spostare al momento gli operatori del pronto soccorso di Cuorgnè all’interno di altri presidi aziendali, ma siamo dispiaciuti che la comunicazione giunga a decisione già assunta senza il confronto con il sindacato, le parole del segretario territoriale di Torino del NurSind, Giuseppe Summa.

Il personale al quale rimanda il sindacato era già stato spostato dal pronto soccorso di Cuorgnè, dirottato al reparto Covid e alle vaccinazioni. Adesso, invece, infermieri e Oss sono stati distribuiti negli altri ospedali del Canavese, a partire (appunto) da Ivrea. Ciò che preoccupa il NurSind è che non venga indicata una data precisa né ci sia una progettualità relativamente alla riapertura del Pronto soccorso di Cuorgnè.

Quindi Summa esprime insoddisfazione in merito alla mancanza di confronto per concordare non solo le tempistiche – che devono essere chiare – ma anche le modalità con le quali i dipendenti saranno trasferiti. Abbiamo espresso più volte come sia importante che questo Pronto soccorso non venga chiuso e non vorremmo che questo rappresenti un primo passo, non avendo avuto concrete rassicurazioni. I colleghi non possono continuare ad essere trattati come pacchi postali.

Da qui la richiesta del NurSind all’Asl TO4 affinché, quanto prima, le parti possano incontrarsi. Da parte sua, l’Azienda sanitaria cerca di calmare gli animi: Già a partire dalla prossima settimana si svolgeranno tavoli di lavoro con le organizzazioni sindacali in proiezione di un miglioramento organizzativo dei servizi. Ciò non ha nulla a che spartire con l’immutata volontà di riaprire il Pronto soccorso di Cuorgnè, non appena disponibile il personale medico necessario.

A fine settembre il NurSind ha ribadito, nel corso di un incontro con la Regione, la carenza degli infermieri in Piemonte. Secondo le stime della Fnopi, a livello regionale mancano in totale 4.077 infermieri di cui 2.537 sul territorio, comprensivi degli infermieri di famiglia previsti dal decreto rilancio e 1.541 all’interno dell’area ospedaliera.

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