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COVID-19

Infermieri e OSS in piazza per dire no all'obbligo vaccinale

di Redazione

Centinaia di sanitari - tra loro infermieri, OSS, psicologi e farmacisti - domenica 11 aprile si sono radunati in piazza del Popolo a Roma per manifestare contro l’obbligo vaccinale anti-Covid per il personale sanitario. Una protesta, indetta dal comitato Di Sana e Robusta Costituzione che definisce l’obbligatorietà vaccinale un esperimento sociale, della quale la Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) stigmatizza e rifiuta l’immagine.

Sanitari contro obbligo vaccinale manifestano in piazza a Roma

Circa 400 persone hanno manifestato in piazza del Popolo per dire no all'obbligo di vaccino per gli operatori sanitari. La protesta è stata indetta dal comitato Di Sana e Robusta Costituzione, che parla di esperimento sociale dove tutti sono al servizio della dittatura delle multinazionali per portare avanti, tramite l’accettazione incondizionata di un trattamento sperimentale, l’instaurazione di una nuova società disumanizzata.

Siamo ancora tanti a Resistere - si legge in un comunicato - Ci hanno provato, usando il ricatto dell’obbligo morale per giustificare l’ingiustificabile e accettare l’inaccettabile e ci sono riusciti: molti si sono sottoposti al trattamento, pur con tante paure, dubbi e incertezze solo per difendere il proprio posto di lavoro! Molti sono caduti nella trappola e questo è inaccettabile.

Fnopi: Subito verifiche e massimo rigore degli ordini professionali

La Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche - si legge in una nota - stigmatizza e rifiuta l’immagine data dalla manifestazione odierna di Roma contro l’obbligatorietà del vaccino di una categoria professionale in prima linea, come dimostrano contagi e decessi, nella lotta alla pandemia.

Se presenti, gli infermieri che secondo fonti di stampa avrebbero partecipato alla manifestazione di un sedicente comitato “Di sana e robusta costituzione” dovranno rendere conto agli ordini di appartenenza ai quali la Federazione darà tutto il supporto necessario per operare con il massimo rigore, dell’atteggiamento che oltre a creare confusione nei cittadini, altera l’immagine della professione infermieristica facendo supporre – come dimostrano le reazioni social all’iniziativa – che gli infermieri non sono una categoria assolutamente responsabile in questo senso.

Per quanto riguarda l’essere vaccinati - continua la nota Fnopi - la professione infermieristica, come le altre professioni intellettuali nel campo sanitario, aderisce ai principi dell’etica professionale che guida scienza e coscienza degli infermieri in scelte che rispondono al principio inderogabile di tutela della salute delle persone. Riconosce il valore delle evidenze scientifiche come base del suo agire professionale e come garanzia per gli assistiti del massimo sforzo dei professionisti che si curano di loro e della massima sicurezza del rapporto con gli infermieri.

Nella sicurezza delle cure l’infermiere riveste un ruolo fondamentale in quanto corollario fondamentale della responsabilità assistenziale e dell’autonomia, positivamente riconosciute dall’ordinamento giuridico.

L’infermiere è consapevole del proprio ruolo, e la tutela dell’assistito da assicurare con professionalità e una formazione adeguata è un’attività imprescindibile, parte integrante e fondamentale per l’erogazione in sicurezza delle cure e dell’assistenza alla persona, essenziale per adempiere alla mission dell’infermiere, in linea con la ratio della Legge n. 24/2017 e dei principi posti alla base del governo del rischio clinico.

La Federazione – firmataria anche della Carta di Pisa sulle vaccinazioni negli operatori sanitari per riconoscere il valore della vaccinazione soprattutto tra i professionisti – sottolinea la necessità che il suo ruolo, per ottenere i migliori risultati, tenda, in termini di empowerment dei Cittadini, a comunicare in modo intenzionale con l’assistito e agevolarne così la scelta vaccinale.

Commenti (1)

iacopostaibano

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1 commenti

Vergogna

#1

Mi vergogno di far parte della categoria, andare in piazza e manifestare è assurdo e l'obbligo è conseguenza della scelleratezza di questi figuri che non ottemperano alla salvaguardia della salute