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Infermiere

La sutura di ferite cutanee lineari

di Fabio Albano

Sala Operatoria

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La sutura di lesioni cutanee lineari, ad oggi, è ancora ad appannaggio medico, ma il bagaglio di competenze dell'infermiere è tale per cui non dovrebbero essergli precluse skills come quelle che ruotano intorno alla sutura di lesioni che non interessano in alcun modo lesioni nervose importanti o lesioni muscolo-tendinee.

Suture di lesioni cutanee, tecniche e caratteristiche 

L’approccio di noi infermieri verso le lesioni cutanee lineari è mutato nel tempo. Una volta era compito esclusivo del medico provvedere alla loro ri-soluzione; oggi, grazie al See and Treat, ci troviamo di fronte a cambiamenti professionali radicali.

Un domani sarà cosa usuale recarsi nei Pronto soccorso per una soluzione di continuo riguardante l’epidermide e il derma ed essere “curati” da personale infermieristico.

La sutura delle lesioni cutanee è una tecnica antichissima e ad oggi non ne risultano mutati gli obiettivi: ripristino dell’integrità cutanea nella speranza di mantenerne, il più possibile, le naturali caratteristiche.

Ad oggi sono sufficienti tre strumenti chirurgici: una pinza, un portaghi e una forbice. Differenti e mutati nel tempo, invece, risultano i materiali di composizione dei fili di sutura.

Filo per sutura 

La struttura dei fili di sutura varia dalla propria origine: animale, vegetale o sintetica. E a loro volta si possono dividere in monofilamenti o multifilamenti, rivestiti o non rivestiti, intrecciati o ritorti.

Altro distinguo importante è quello relativo alla durata del filo; i non assorbibili sono quelli che non mutano condizione nel tempo, i riassorbibili sono quelli che dapprima tendono ad abbandonare la resistenza del nodo e, in un secondo momento, a dematerializzarsi.

Le caratteristiche tecniche dei fili di sutura sono varie e passano dalla memoria, cioè la capacità di mantenere o perdere alcune angolazioni dovute alla forma del confezionamento, alla impermeabilità della struttura stessa del filo.

È evidente che maggiore è la capillarità del filo, maggiori sono le possibilità di incuneamento di sostanze, organiche e non, con conseguenti possibili esiti di infezione.

Altra caratteristica importante è quella relativa alla numerazione espressa circa il calibro dei fili. Tale numerazione viene riferita in decimi di millimetro: si può passare dal “dieci zeri”, filo estremamente sottile che viene usato in microchirurgia (vedi la chirurgia oculare) a fili di calibro decisamente maggiore, tipo suture del “due”, fili di calibro molto grosso che vengono usati raramente, solo in caso di suture di cute molto “spessa” e resistente.

Da porre in evidenza come gli aghi da sutura cutanea siano a sezione triangolare, altrimenti detta tagliente. Questo per facilitare l’attraversamento della cute, che essendo dotata di un proprio spessore e una propria tensione, rende necessario l’ago a sezione triangolare per facilitarne ingresso e uscita e non “slabbrare” il foro di incisione, rendendo la sutura poco estetica o a rischio di infezioni.

Materiali Caratteristiche Impiego
Catgut Rapidamente riassorbibile

Legatura piccoli vasi

Sintesi tessuto sottocutaneo

Catgut cromico Lentamente riassorbibile

Sintesi muscolo-aponeurotica.

Attualmente è raramente impiegato perché sostituito da ac. poliglattico e ac. poliglicolico

Ac. poliglattico, ac. poliglicolico (intrecciato), (polidiossanone), monofilamento Lentamente riassorbibile, minima reazione tissutale Largo impiego: legature emostatiche, anastomosi visceri intestinali, sintesi visceri parenchimali, sintesi muscolo-apneurotica
Polipropilene monofilamento Non riassorbibile, minima reazione tissutale Sintesi vascolari; sintesi muscolo-aponeurotica; anastomosi pancreas
Seta, lino (intrecciati plurifilamento) Non riassorbibili, basso costo, reazione tissutale Legatura di grossi vasi. Un tempo di largo impiego, per il basso costo e l´ottima tenuta del nodo. Ora sostituiti in buona parte dall´ac. poliglicolico, poliglattico e dal polipropilene
Nylon e sintetici analoghi (monofilamento) Non riassorbibili Suture muscolo-tendinee e cutanee
Acciaio Elevata forza di tenuta, non riassorbibile Suture osteo-cartilaginee; suture sotto tradizione della parete addominale o toracica

In linea di massima esistono due scuole di pensiero, quella in cui prevalentemente si sutura la cute con monofilamenti non riassorbibili e quella in cui si opta per fili intrecciati riassorbili.

Altro distinguo può essere determinato da chi preferisce suturare a punti staccati o chi preferisce suturare con tecnica “intradermica”, altrimenti detta “sutura in continua”.

Il risultato funzionale è garantito da entrambe le tecniche, quello estetico, invece, può essere determinato dalla mano del soggetto attivo come dalle caratteristiche morfologiche della cute del soggetto passivo (si pensi ad esempio ai casi di “cheloide” a cui alcune tipologie di cute sono maggiormente soggette).

Sutura di una soluzione di continuo della cute, le procedure

Sutura semplice

Per confezionare una sutura semplice, dopo aver posizionato l’ago nel portaghi, si fa passare l’ago da una parte del lembo di cute da suturare - a circa 5 mm dalla rima cutanea - e lo si fa uscire dall’altro lato. A questo punto si può decidere di confezionare il nodo o a mano libera o con il portaghi.

La differenza tra il nodo a mano libera e quello eseguito con il portaghi è determinata, sostanzialmente, dalla quantità di filo adoperata per ogni nodo. Se viene usata la tecnica con il portaghi si garantisce un notevole risparmio del filo da sutura, altrimenti con il confezionamento a mano libera l’uso dei fili è almeno duplicato.

Sutura tipo Donati

Se si opta per un confezionamento di punti staccati secondo Donati, le cose variano un poco. Ai due passaggi sopra descritti, 5 mm dalla rima cutanea nel primo ingresso dell’ago, si deve aggiungere un ritorno dell’ago stesso attraverso un passaggio a circa 2 mm dalla medesima rima cutanea. Anche per questa tecnica sono previsti il confezionamento del nodo a mano libera o con il portaghi, con le medesime conseguenze descritte in precedenza.

Sutura in continua

Per ciò che concerne la sutura in continua, la tecnica differisce completamente da quelle descritte poco sopra. È previsto il passaggio dell’ago a livello del derma, da un lembo cutaneo a quello prospiciente, consentendo alle rime di soluzione di essere affrontate senza alcuna impronta cutanea.

Anche qui è possibile utilizzare fili di sutura riassorbili come non riassorbibili. Il vantaggio di questa tecnica dovrebbe essere rappresentato dal minor esito cicatriziale, ma vale qui quanto detto per le suture a punti staccati.

Sutura con punti metallici

Oltre le suture ad ago e filo, la lesione cutanea può essere riparata mediante l’uso di agraphes metalliche, che vengono applicate manualmente in caso di ferite cutanee piccole e non soggette a particolari trazioni.

Sutura con cerotti

Un altro metodo di riparazione delle soluzioni di continuo è quella praticabile con l’ausilio degli steri-strip. Questa tecnica è estremamente semplice ed è praticabile anche da personale non sanitario. La loro struttura varia dal polipoprilene al poliestere. Il risultato estetico è ottimo. L’impiego è consigliato nelle lesioni di continuo lineari dei bambini, nelle riparazioni di brecce cutanee del viso e in tutti quei casi in cui non risulta possibile la riparazione con ago e filo.

Le suture e l’infermiere, una realtà per un futuro non troppo lontano

Quanto descritto non ha la presunzione di risultare esaustivo di tutte le tecniche adottabili nella chirurgia ricostruttiva delle lesioni della cute.

La vera sfida sta nel voler proporre nuove strategie professionali circa l’argomento in questione. Ciò a cui mi riferisco è la determinazione di nuove possibilità per il professionista infermiere, possibilità queste che porterebbero enormi vantaggi alle strutture di primo soccorso e al cittadino utente.

Ad oggi lo stato dell’arte prevede che sia ancora il personale medico a volersi occupare di tali lesioni, mentre la nostra professione spinge affinché questo tipo di “problema” possa essere risolto anche da noi.

Personalmente sono convinto che sia solo questione di tempo, le resistenze dei medici assomigliano sempre più ad un manipolo di guerrieri che, circondato e assediato, preferisce perire piuttosto che cedere.

Un atteggiamento che dimostra quanto alcune compagini di alcune categorie non sappiano comprendere il mutamento dei tempi, delle conoscenze e competenze che altre figure professionali sono oggi in grado di mettere in campo.

Nel nostro paese esiste uno spreco di risorse intellettuali incredibile e le resistenze a certificare i cambiamenti relativi alla nostra professione ne sono lo specchio. L’interesse del particolare prevale sull’interesse della collettività.

Vorrei evidenziare come tutti i cambiamenti sociali che hanno caratterizzato la nostra società sono, quasi sempre, espressione di un sentimento e volere popolare che ha dell’ineluttabile. Questo concetto ha valore, anche e soprattutto, per questioni etiche, come le I.V.G. e il trattamento di fine vita.

Nello specifico del nostro discorso vorrei fare presente le infinite attese nei Pronto soccorso a cui gli utenti sono soggetti. Allora è più importante esprimere di fatto solidarietà ai Pazienti e di conseguenza consentire prestazioni professionali più snelle e comunque sicure o difendere ciò che il tempo ha già sancito come “sconfitto”?

Prendendo in prestito le parole di E. Morin, tutto ciò che non si rigenera degenera. Questo è un concetto applicabile a qualsiasi situazione; da quelle lavorative a quelle politiche. In sostanza il cambiamento, inevitabile, è solamente differibile.

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Commenti (28)

HilaryBW2022

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1 commenti

Punti di sutura

#28

Dal momento che in Italia non ci sono le specializzazioni in infermieristiche sia giusto lasciare la competenza ai medici per quanto riguarda i punti di sutura (esclusi sterili strip). Gli infermieri hanno già tanti compiti che spesso non svolgono nemmeno nella maniera più corretta quindi inutile dargli la responsabilità di una manualità che non hanno. Se ognuno facesse bene il suo ci sarebbero meno attese, meno sprechi e meno Denunce. E lo dico da persone del settore.

virchow1909

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continuo

#27

Inoltre ci tengo a dire che ai ps di Firenze le suture sono tutte eseguite da infermieri praticamente:
mio padre si fece una ferita sul naso e fu suturato da una infermiera, sempre con punti staccati.

al ps del meyer (pediatrico) stessa cosa ferita alla fronte e la dottoressa teneva fermo il bambino di 2 anni e l infermiera gli metteva i punti.

Per carità benissimo tutto però per le suture al volto secondo me ci vorrebbe piu attenzione, magari mettere le intradermiche o se uno non è capace il che ci sta, chiamare un chirurgo plastico o simili, credo sia una questione di rispetto per il paziente solo questo...

pareri?

virchow1909

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esperienza

#26

Io non voglio entrare nel merito della questione competenze perche non so nulla di legge per cui mi astengo. Ma volevo chiedere il vostro parere in merito visto che mi sembrate informati e avete esperienza.
Io sono uno studente di medicina quando ero al 5 anno feci 2 settimane di tirocinio in ps, credo sappiate che per noi il tirocinio corrisponde a reggere i muri o vagare senza senso per far passare il tempo, ad ogni modo ad un certo punto arrivo una signora con un ferita al capo e la dottoressa chiese ad un infermiere di ricucirla, lui non lo aveva mai fatto per cui lei stessa chiese ad un altro infermiere di di insegnare al primo a suturare e se ne andò, allora si concretizzò quella che a me parve una situazione un po grottesca, dove l infermiere anziano mise due punti alla signora e gli altri due li fece mettere al giovane, il tutto senza dire alla signora che erano infermieri e non medici, che boh credo sarebbe stato anche corretto anche perchè essendo una ferita in fronte magari si poteva anche fare una intradermica invece che punti staccati, o comunque chiedere alla pz se voleva essere suturata da un chirurgo plastico, senza dire che uno stava imparando la procedura su di lei che per i motivi visti sopra poteva essere giusto dirlo, e poi il tutto davanti agli occhi di noi 3 studenti di medicina che guardavamo in disparte senza essere presi in considerazione e un po ci sentivamo straniti visto che comunque essendo una procedura almeno in teoria medica l infermiere la avrebbe potuta insegnare anche a noi o almeno ci avrebbe potuto coinvolgere un minimo non so...
cosa ne pensate?

Spugna147

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Al dottore...

#25

Dottor francesco m, lei è da radiare, e stia sicuro che in qualsiasi ambiente di lavoro, con questo atteggiamento e questa stima verso i colleghi, non sarà mai facile! Si vesta di umiltà prima delle competenze tecnico scientifiche, non voglio discutere delle competenze necessarie per i punti di sutura, ma sicuramente per quanto riguarda le competenze sul saper campare, mi sembra da licenza media.

Francescom

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Abbastanza evidente

#24

Lei continui pure a farsi foto con lo stestoscopio al collo...

Stefano Signoretti

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Nursing Forever!!!!

#23

La cosa importante è credere in ciò che si dice, bravo hai ragione... ahahah

Francescom

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Basta poco per capire

#22

Prendi la tua foto profilo: sembra dire "avrei voluto far medicina". Per carità, desiderio comprensibile, ma non tutti possono farlo. E come per tutti gli obiettivi, non esistono scorciatoie. Suturare ferite superficiali è un'esclusiva competenza medico-chirurgica. Chi vuole farlo necessita della laurea in medicina e chirurgia, non di scorciatoie

Stefano Signoretti

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Nessuno ti capisce....

#21

Il povero calimero che non ha il coraggio di presentarsi nessuno lo capisce.... Povero!!!!! Ahahah

Francescom

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Quando non si vuol capire

#20

È una questione puramente normativa. Un team di medici in emergenza puó operare anche da solo. L infermiere no. Da qui viene il maggior peso politico dei medici.

Stefano Signoretti

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?

#19

Mancano gli infermieri, saltano interventi chirurgici a Imperia......

Stefano Signoretti

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Ma guarda....

#18

https://www.nurse24.it/infermiere/attualita-infermieri/mancano-infermieri-sala-operatoria-imperia.html

Francescom

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Un mondo solo tuo

#17

Vabeh ho capito che vivi in un mondo solo tuo e che rifiuti l evidenza. Non esiste una competenza infermieristica che il medico non possa svolgere (puó benissimo medicare, inserire e gestire accessi venosi, sondini, cateteri etc). E non mi citare il triage ti prego. I medici sono tranquilli perchè pienamente consapevoli di essere indispensabili e insostituibili. Gli stessi protocolli del 118 in ER sono redatti e controfirmati da medici, viceversa si bloccherebbe il sistema dell emergenza. Non deve scomporsi quando legge certe verità amico mio. Palesa un eccessivo nervosismo. Sai: delle volte sembra di vedere alcuni suoi colleghi in preda a un complesso d inferiorità cronico. Mi riferisco a coloro che sparlano dell operato medico 24/24, che straparlano e sognano di competenze che non avranno mai, che si lamentano di non essere chiamati "dottore" dai pazienti, che consigliano questa o quella terapia incuranti dei rischi per i pazienti. Ma non sarà certamente il suo caso.

gabriele.cataldi

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L'ignoranza è una piaga della socità

#16

Mi dispiace deluderti ma le competenze infermieristiche hanno la loro esclusività! Hai mai sentito parlare di esercizio abusivo della professione infermieristica? Purtroppo per te non siamo più negli anni '70, dovresti aggiornarti. Gli unici che stanno capendo di non essere più indispensabili sono i medici come te. Avete paura della professione infermieristica..., tanta paura. Il personale infermieristico, carta alla mano, ha acquisito completa autonomia sia gestionale che operativa delle proprie competenze. Questi sono i fatti. Ingoia pure il rospo. Il resto sono tutte chiacchiere da bar...

Francescom

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La realtà è diversa

#15

Quali sarebbero questi grossi limiti e operativi? Non saper gestire accessi venosi? Non saper mettere un sondino ng, un catetere vescicale o montare un ecg? Ma dice sul serio? Le competenze infermieristiche (che tra l altro non hanno carattere di esclusivitá) sono un insieme di procedure che i medici non volevano più svolgere, ma che necessitano di circa un paio di settimane di pratica per essere padroneggiate. Non prendiamoci in giro: un oss inpiegherebbe al massimo un paio di mesi a impararle. Ecco perchè gli infermieri vogliono maggiori competenze: sanno di non essere indispensabili con quelle che già possiedono. Vede amico mio: le opinioni si possono discutere, ma i fatti si devono accettare. E i fatti sono che è bastano un cenno della fnomceo per insabbiare il comma 566 e far fare retromarcia al ministro; così come è bastata una lettera dei radiologi per modificare le linee guida euratom. Adesso, provi a capire perchè basta così poco ai medici per ottenere sempre ció che vogliono

gabriele.cataldi

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Delirium

#14

Francé, credo che tu non hai ben chiare quali sono le tue competenze del personale medico e quali sono le competenze del personale infermieristico. Leggiti qualche raccomandazione del Ministero sulla gestione del rischio clinico, ad esempio, prima di affermare che il sistema sanitario potrebbe reggersi solo sull'operato del personale medico. E' cosa risaputa, e lo vediamo tutti i giorni, che il personale medico ha i suoi grossi limiti operativi. Senza il personale infermieristico non è possibile erogare la maggior parte dei servizi sanitari. Da te mi sarei aspettato un discorso più coerente con la realtà e soprattutto con le normative, le raccomandazioni scientifiche e rispettoso dei rispettivi profili professionali. Stai iniziando a delirare.

Francescom

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Ma va?

#13

Sotto il punto di vista legale ovviamente è cosi. Tuttavia in caso di emergenza un chirurgo puó operare tranquillamente, magari assistito da un altro chirurgo. Mi chiedo se in caso di sciopero dei medici lei o qualunque suo collega sarebbe in grado di fare una colectomia o un intervervento per rottura di aneurisma. Ovviamente il codice deontologico italiano obbliga i medici a intervenire in emergenza. Ma vede: quel codice è scritto dai medici, non dal governo. Sono i medici ad autoregolarsi. E cosa crede farebbero se come dice lei si sentissero circondati? Ha capito adesso come stanno le cose? Chi è indispensabile ( e soprattutto insostituibile) detta le regole.

gabriele.cataldi

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Senza Infermieri gli ospedali chiudono!

#12

Vorrei ricordare a francescom che nel mio ospedale senza infermieri non si opera. Senza infermieri si chiudono reparti... Arrenditi, sei circondato! Il sistema sanitario non si regge solo sui medici (x fortuna).

Stefano Signoretti

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per finire... odio le polemiche

#11

Le mie affermazioni se pur " confuse e frammentarie" sono state sempre accompagnate da una tracciabiità normativa e giurisprudenziale... Rispetto il suo parere e li mi devo fermare non fornendomi nemmeno lei i riscontri normativi... Di una cosa però devo darle ragione: purtroppo troppo spesso si tende ad interpretare la normativa, sotto l'influenza delle caste (politiche, ...), invece di applicarla per dovere professionale ed interesse del cittadino che ne riceve il beneficio.

Stefano Signoretti

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e per continuare...

#10

E per mero tuziorismo, qualsiasi possa essere lo sciopero indetto (di Medici o di Infermieri), oltre alle pesanti ripercussioni che potrebbe avere sull’assistenza dei cittadini, non potrebbe MAI fermare/sospendere un tavolo operatorio dell’urgenza poiché sia il Medico che l’Infermiere sono dei Professionisti (Pubblici Ufficiali) indispensabili per la seduta operatoria ma soprattutto perché entrambe hanno un Codice Deontologico che gli impedirebbe di esimersi dal fornire la loro indispensabile prestazione!

Francescom

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Mi spiego meglio

#9

Torno a ripetere: qualunque forma di sutura è considerata come atto chirurgico, e di comseguenza di esclusiva competenza medica, come del resto ben riportato nell'articolo. Il comma 566 è insabbiato perchè a due anni dall approvazione è orfano dei necessari decreti attuativi. Ecco, al mio paese una legge che non ottiene i decreti attuativi a dur anni dalla sua emanazione si classifica come insabbiata. Se poi il ministro della salute arriva a dichiarare in pubblico che "è il medico a decidere cosa fare" e che "fin quando non si trova il punto di caduta (con il benestare dei medici) il comma in questione non verrà applicato, vuol dire che è seppellito più che insabbiato. Le ho già citato cosa recita l ultimo parere acquisito dal ministero sulla faccenda relativa alla suddivisione di competenze, ma se vuole glielo ripeto: sono date da ordinamento, deontologia e acquisizione di nuove competenze; tutto ció con un limite invalicabile rappresentato dalle competenze delle altre professioni. Lei si chiede chi affidi al medico questa o quella competenza. Nel caso in cui non basti il buon senso a capirlo basta andare a leggere le sentenze della cassazione (sono parecchie, non faticherà a trovarle) tra le quali ve ne sono alcune che riguardano le suture. Se ne faccia una ragione dunque: per effettiare atti chirurgici di qualunque tipo occorre una laurea in medicina

Stefano Signoretti

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TROPPA CONFUSIONE?

#8

Buona sera Sig. Francescom, innanzitutto come vede mi sono presentato pubblicamente e mi piacerebbe sapere con chi sto parlando pubblicamente... In tutto quanto da me suesposto vengono citati art. normativi ben identificabili... Sinceramente non sono a conoscenza di normative che abbiano "insabbiato" il comma 566 o normative che attribuiscano al medico la responsabilità degli atti di un altro Professionista o in particolare del Professionista Infermiere... Anzi al contrario ci sono sentenze della Cassazione (Cassazione Penale Sez. 4 Sentenza 11601/15) che condannano per omicidio colposo i due Infermieri di Pronto Soccorso nell'errata assegnazione del Codice di Priorità di Triage e non il Medico del Pronto Soccorso o il Responsabile Medico della Struttura; Ci sono sentenze della Cassazione (Corte di Cassazione, sez. VI Penale, sentenza 30 marzo - 4 maggio 2017, n. 21631) che riconoscono i poteri decisionali e prescrittici dell'Infermiere e condannano il Professionista Sanitario che non ha adempiuto ai sui doveri professionali in ambito di profilo di appartenenza... Ma forse ha ragione, non conosco normative che insabbiano il comma 566 e a quanto mi risulta in Italia l'atto medico viene ancor oggi definito in: formulazione della diagnosi medica, prescrizione della terapia farmacologica, prescrizione e somministrazione di sangue ed emoderivati. Forse la normativa era già sulla stessa linea anche prima del comma 566?

Francescom

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Troppa confusione

#7

Ha una conoscenza putroppo frammentaria e confusa. Le competenze degli infermieri sono date dall ordinamento didattico, dal codice deontologico e dalle competenze acquisite ma con un limite netto rimarcato proprio di ricente da un parere recapitato al ministero. Tale limite è rappresentato dalle competenze delle altre professioni. Curiosamente tra le competenze esclusive del medico è annoverata qualunwie forma di sutura. Lei segua pure tutti i master che vuole, sarà sempre passibile per abuso di professione, come più volte confermato anche dalla cassazione. Il comma 566 è stato insabiato e comunque prevedeva un necessario benestare dei medici per la rimodulazione delle competenze.

Stefano Signoretti

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continua...

#6

Come noto, il Decreto de Presidente della Repubblica. 28 Dicembre 2000, n. 445 “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa” all’art. 30 “Modalità per la legalizzazione di firme” recita:
… Il pubblico ufficiale legalizzante deve indicare la data e il luogo della legalizzazione, il proprio nome e cognome, la qualifica rivestita, nonché apporre la propria firma per esteso ed il timbro dell’ufficio. …
Ciò significa che il Professionista Sanitario che deve registrare e legalizzare il proprio operato sull’Atto pubblico (Cartella Clinica Integrata) deve apporre timbro del Servizio Sanitario riportante i suoi dati personali (nome, cognome, numero di matricola, titolo…)
Per quanto concerne il timbro apposto in calce alle annotazioni del Diario Infermieristico permette al Professionista di rendere trasparente l’attività svolta e di tracciare in modo inequivocabile ogni attività da Lui effettuata. E’ pertanto l’esatto contrario della fuga di responsabilità ed è in piena linea con la necessità della “personalizzazione” dell’assistenza stabilita, da ormai molti anni dalle leggi vigenti.
Altrettanto paradossale è che le Dirigenze Infermieristiche aziendali non si siano ancora organizzate a fornire ai propri dipendenti il timbro aziendale per formalizzare il proprio operato.

Stefano Signoretti

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continua...

#5

Proprio la Federazione Nazionale, da molti anni si spende per il pieno riconoscimento, a tutti i livelli, della Professione Infermieristica e dell’Infermiere quale Professionista Sanitario, sottolineando l'importanza delle competenze avanzate e specialistiche, lecite a tutti gli Infermieri che svolgono la propria attività secundum legem. Paradossale è che le Dirigenze Infermieristiche a livello aziendale non abbia ancora modificato le procedure/protocolli/istruzioni operative inserendo l’Infermiere come artefice delle competenze avanzate/specialistiche “secundum legem”…

Forse è arrivato il momento che ogni Professionista Sanitario rediga le proprie procedure aziendali?

Stefano Signoretti

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continua...

#4

La Legge 10 agosto 2000, n. 251 "Disciplina delle Professioni Sanitarie Infermieristiche, Tecniche, della riabilitazione, della prevenzione nonchè della Professione Ostetrica” all’art. 1 recita: “Gli operatori delle Professioni Sanitarie dell’area delle Scienze Infermieristiche e della Professione Sanitaria Ostetrica svolgono con autonomia professionale attività dirette alla prevenzione, alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva, espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei relativi profili professionali nonchè dagli specifici codici deontologici.
Da questo ne deriva anche che l’Infermiere nell’esercitare la propria Professione presso un Pubblico Servizio riveste il ruolo di Pubblico Ufficiale (Art.357 c.p.: Nozione del Pubblico Ufficiale: … colore i quali esercitano una pubblica funzione…). I poteri decisionali del professionista derivano dall’autonomia nelle attività dirette della propria professione e i poteri certificativi dalla legalizzazione delle proprie prestazioni sulla Cartella Clinica Integrata (Art.2699 c.c.: Atto pubblico --- redatto da pubblico ufficiale --- nel luogo ove l’atto e’ formato).

Cosa deve ancora aspettare l’Infermiere per esercitare la propria Professione secondo quanto è previsto dalla normativa vigente?

Stefano Signoretti

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continua...

#3

Il criterio limite è indicato, prioritariamente, nelle competenze previste per le professioni mediche. Il concetto di attività medica è da molti anni, proprio in relazione alle novità introdotte con la legge 42/99, ripensato e ridefinito in ambiti più ristretti del passato. Con la legge 190/2014, articolo 1, comma 566, la definizione dell’attività medica subisce un ulteriore “dimagrimento”. Vengono indicate come invalicabili le attività individuabili negli “atti complessi e specialistici di diagnosi e terapia”. Inoltre definisce anche che: “sono definiti i ruoli, le competenze,  le  relazioni  professionali  e  le responsabilità individuali  e  di  equipe  su  compiti,  funzioni  e obiettivi delle professioni  sanitarie  infermieristiche,  ostetrica, tecniche della riabilitazione e della prevenzione,  anche attraverso percorsi formativi Complementari”.
Da quanto suesposto, quindi, risulta che a normativa vigente la “sutura cutanea” sia ampiamente riconducibile alla attività Infermieristica.

Stefano Signoretti

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Ma dov’è la novità e cosa c’è da aspettare?

#2

La normativa sull’esercizio Professionale dell’Infermiere, negli ultimi anni, si è progressivamente ampliata ed è diventato un corpus legislativo importante.
In particolare la legge 42/99 che ha subordinato l’esercizio professionale dell’infermiere a tre criteri guida e due criteri limite. I criteri guida sono relativi ai dettami del Profilo Professionale (ex DM 739/94), alla formazione ricevuta di base e post base e del codice deontologico.
La formazione post base quindi amplia l’esercizio Professionale dell’Infermiere in relazione alle conoscenze acquisite. Nel panorama delle offerte formative oggi abbiamo Master Specialistici e corsi di Formazione accreditati ECM-CPD: Regione e Ministero accreditano corsi che riguardano lo specifico Professionale non potendo accreditare corsi che prevedono attività “contra legem".
Ad oggi chi volesse effettuare un corso di formazione sulla sutura cutanea per le Professioni Sanitarie (tutti rivolti a Infermieri, Ostetriche, Medici…) a solo l’imbarazzo della scelta tra le offerte formative “certificate”; uno dei tanti è il corso teorico-pratico denominato “La ferita e la sutura in pronto soccorso” tenuto da istruttori Simeu (società scientifica di emergenza e urgenza composta da medici e infermieri di pronto soccorso) dove, nella parte pratica, ci sono ampie esercitazioni delle varie tipologie di suture con la scelta del materiale più idoneo per la stessa.

Francescom

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Ma lasciate stare!!!

#1

Bagaglio di compentenze? Ma di che stiamo parlando? Adesso basta saper fare qualcosa per poterla fare? Allora tanto vale abolire il valore legale del titolo di laurea e lasciare che chiunque faccia ció che sa fare. Con un bell internato chirurgico di 10 anni un geometra sarebbe capace di fare un intervento di media difficoltà. Seguendo la logica dell articolo potrebbe essere uno scenario come un altro. Ma per favore! Il valore legale del titolo serve ad evitare il caos. Chi vuol far l avvocato si iscrive in legge, non in scienze politiche. Chi vuol suturare si iscriva in medicina invece di cercar scorcitoie. Qui nessuno è circondato. I medici sono tranquilli, forti e consapevoli dell enorme peso politico. Basti pensare agli effetti apocalittici di un'eventuale sciopero generale (senza infermieri si opera, senza medici no!) Le competenze mediche rimangono esclusive della professione e nessuna legge o protocollo verrà mai approvato senza il benestare dei medici. Per rendersene conto basta osservare con quale facilità è stato insabbiato il comma 566 ( che comunque prevedeva la concertazione obbligatoria con i medici) o a come sono stati modificati i protocolli in Emilia-Romagna. Mettetevi l anima in pace!