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Affidabilità misurazioni parametri vitali in teleassistenza

di Mario Ripino

Il mercato delle soluzioni di teleassistenza offre numerosi strumenti in grado di misurare anche diversi parametri contemporaneamente, come ad esempio la temperatura corporea e la saturazione. Tuttavia, il design di questi dispositivi e il metodo adottato per la misurazione sollevano molti dubbi in merito alla loro affidabilità nel contesto della teleassistenza.

Misurazione della temperatura corporea

Strumenti di rilevazione dei parametri vitali: luogo e modalità di misurazione sono cruciali per la loro affidabilità

La misurazione della temperatura corporea viene solitamente eseguita utilizzando termometri a contatto, che richiedono che il dispositivo entri in contatto diretto con la pelle o le mucose del soggetto.

Questa pratica implica la correzione della misurazione in base al luogo dove essa è avvenuta; ad esempio, la misurazione prelevata in bocca è di 0,3-0,5°C superiore alla misurazione eseguita sotto l’ascella.

La pandemia da Covid-19 ha costretto a eseguire misurazioni di screening della temperatura corporea utilizzando metodi senza contatto attraverso termometri dotati di sensori a infrarossi, utilizzati in quanto in grado di leggere la temperatura in base alla quantità di radiazione infrarossa che raggiunge il sensore. A seconda del modello di termometro, la temperatura viene misurata sulla fronte o nell’orecchio a livello della membrana timpanica.

Recentemente sono emersi sul mercato anche dispositivi che offrono misurazioni della temperatura corporea al polso. Tuttavia, a loro supporto non esistono fondamenta scientifiche per effettuare la misurazione in questi distretti e uno studio pubblicato nel maggio 2020 ha affermato come il valore di misurazione della temperatura del polso abbia mostrato deviazioni significative dalla temperatura della membrana timpanica e non possa essere utilizzato per il monitoraggio della febbre.

In questo contesto, è importante notare come una rilevazione errata fornisca alla persona un falso senso di sicurezza, associandosi inoltre alla possibilità di svolgere da parte di persone malate (anche potenzialmente infette con Sars-CoV-2) vari tipi di attività e alla permanenza in luoghi pubblici come ad esempio cliniche sanitarie, luoghi di lavoro o scuole, esponendo così molte persone a potenziali infezioni.

Misurazione della saturazione

I livelli saturazione di ossigeno dell’emoglobina arteriosa vengono misurati attraverso la pulsossimetria, un metodo non invasivo di monitoraggio percutaneo che fornisce anche i valori della frequenza del polso. Per far ciò vengono utilizzati i pulsossimetri, i quali funzionano secondo il principio della spettrofotometria di trasmissione utilizzando diverse proprietà ottiche dell’emoglobina ossigenata e deossigenata. L’errore di misurazione arriva fino a un massimo del 4% nell’intervallo di misurazione del 70-100%.

È bene considerare come il metodo della pulsossimetria presenta una serie di limitazioni derivanti dalla necessità di soddisfare determinate condizioni tecniche di misurazione. Per essere affidabile, la misurazione della saturazione dovrebbe essere eseguita in modo appropriato rispettando alcune caratteristiche:

  • La misurazione deve avvenire in luoghi dove c’è un adeguato apporto di sangue (dita, piedi o lobo dell’orecchio). I sensori sono comunemente usati sulle dita a causa dell’elevata ampiezza del segnale che può essere ottenuta rispetto ad altre posizioni
  • Il soggetto deve restare fermo, in quanto l’ossimetro è un dispositivo molto sensibile al movimento, il quale provoca disturbi significativi distorcendo i calcoli della saturazione di ossigeno
  • La quantità di luce che raggiunge il rilevatore dell’ossimetro dai diodi dovrebbe essere molto maggiore della quantità di luce proveniente dall’ambiente circostante
  • Deve essere applicata un’adeguata forza di pressione del dispositivo al punto di misurazione

Queste caratteristiche fanno sì che alcuni dispositivi attualmente disponibili in commercio non siano in grado di soddisfare gli standard e la loro efficacia non è stata adeguatamente convalidata. Questi dispositivi includono, tra gli altri, cinturini e orologi con funzione di misurazione della saturazione, sviluppati e introdotti sul mercato da diversi produttori. Sebbene più facili da indossare, questi dispositivi non vengono utilizzati in ambito clinico a causa dei problemi tecnici riscontrati nella misurazione della saturazione intorno al polso.

Così come i termometri da polso, questa tipologia di saturimetri possono fornire misurazioni non corrispondenti alla realtà e possono dare alla persona che li indossa un falso senso di sicurezza. Questo in quanto in alcuni casi l’ossimetro può effettivamente rilevare un problema polmonare prima che si verifichino problemi respiratori, ma può verificarsi anche il contrario quando il paziente ha difficoltà a respirare e il dispositivo non visualizza erroneamente un basso livello di saturazione di ossigeno.

È bene considerare come in alcuni soggetti particolari gli ossimetri da polso forniscano misurazioni attendibili: è il caso dei neonati o dei bambini che, a causa delle condizioni anatomiche, del basso peso corporeo e della vicinanza delle strutture esaminate, permettono la misurazione della saturazione a livello del polso o del piede.

Un altro caso in cui i pulsossimetri non sono affidabili è quello del monitoraggio della saturazione nei pazienti con diagnosi di apnea notturna, nei quali l’accuratezza della misurazione richiesta dalle linee guida FDA e dagli standard ISO è stata raggiunta solamente dopo l’eliminazione di oltre il 23% del numero totale di misurazioni valutate qualitativamente scadenti. I problemi tecnici di queste misurazioni derivavano principalmente dalla mancanza di un contatto adeguato del dispositivo di misurazione con la pelle e dai movimenti del paziente durante il monitoraggio.

Infine, attualmente non ci sono studi disponibili in merito all’accuratezza e all’efficacia delle misurazioni della saturazione del polso in pazienti con Covid-19, fatto che indica chiaramente la mancanza di fondamenta per l’uso di dispositivi da polso in questo gruppo di pazienti.