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COVID-19

Minacce no vax alla Presidente dell'Ordine infermieri Treviso

di Sara Di Santo

Messaggio audio inviato a Samanta Grossi, presidente dell'Ordine degli infermieri di Treviso: Norimberga ci sarà anche per te. Avremo la nostra vendetta. Sotto accusa la linea dura dell'Opi nei confronti dei colleghi che rifiutano il vaccino e che esprimono pubblicamente posizioni no vax contestando le misure adottate a livello nazionale. Grossi: È stato un pugno allo stomaco, ma non ho nessuna intenzione di farmi intimorire da queste persone e continuerò dritta per la mia strada, come infermiera e come Presidente dell'Opi. Intanto tutto è passato nelle mani del legale dell'Ordine, incaricato di sporgere querela.

Arriverà Norimberga anche per voi. Minacce no vax all'Opi Treviso

Rifiutano il vaccino, negano l'esistenza dei rischi correlati alla pandemia e contestano le misure adottate a livello nazionale. Ma i no vax non si fermano qui. Dopo la mail anonima ricevuta dall'Opi di Pordenone con minacce agli infermieri per la pubblicità a favore dei vaccini anti Covid (Ci vediamo in tribunale, preparate molti soldini e bravi avvocati. Qualcuno di voi perderà lavoro e casa), questa volta è toccato alla presidente dell'Ordine infermieri di Treviso.

Norimberga ci sarà anche per te, nessuno verrà salvato da questa cosa. Ci vorranno mesi, ci vorranno anni, ma avremo una nostra vendetta. È meglio che nessuno ti incontri per strada, perché qualcosa da dirti ce l'avremmo. Questo è quanto le hanno detto in un messaggio audio che è stato come un pugno allo stomaco, commenta Grossi.

Sono rimasta senza parole, è stata una doccia fredda quando ho ascoltato il messaggio vocale - continua la Presidente Opi Treviso - l'ho dovuto ascoltare più volte perché ero ancora incredula. Sono rabbrividita quando mi parla di vendetta di Norimberga e di stare attenta quando cammino per strada perché ha e hanno più di qualcosa da dirmi. Insomma, come i nazisti alla sbarra.

Le minacce sono arrivate via WhatsApp dopo un'intervista per una TV locale in cui Grossi ribadiva la linea dura nei confronti dei colleghi che rifiutano il vaccino. Il mittente è noto a Grossi, si tratta di un dipendente dell'azienda Marca Trevigiana per cui ho già attenzionato anche il Direttore Generale sulla questione.

Io come infermiera e Presidente dell'ordine degli infermieri ho il dovere di dare informazioni scientificamente e deontologicamente corrette. Credo fermamente che il vaccino sia in questo momento l'unico modo per uscire da questa pandemia. Non minaccio, mi attengo a quello che sono le Leggi e agisco secondo il mio mandato.

Ma non è tutto. Domenica sera l'ennesimo attacco su Facebook, utilizzando la mia foto profilo dove mi vaccino scrivendo offese e illazioni sulla falsità della foto. Ormai sono esasperata - continua Grossi - Già da gennaio come Opi abbiamo sostenuto fortemente la campagna vaccinale, organizzando eventi informativi e già all'epoca avevo ricevuto velate minacce e insulti sui social e anche nella mail istituzionale per cui sono stata costretta a restringere i contatti e oscurare i dati nel nostro sito.

Minacce che però non intaccano il mandato istituzionale della Presidente Opi, che ha già chiesto all'avvocato dell'Ordine di sporgere querela considerato il mio ruolo di pubblico ufficiale. La linea nei confronti di chi, tra i professionisti sanitari, rifiuta il vaccino è sempre la stessa: tolleranza zero per infermieri che rifiutano il vaccino. Oramai è 7 mesi che abbiamo iniziato a vaccinare - tuona Grossi - evidenze scientifiche dimostrano la validità.

È rimasto lo zoccolo duro, non sono più no vax, sono semplicemente dei complottisti e con queste persone non è possibile un dialogo costruttivo e scientifico.

Dal canto suo la Regione Veneto ha richiamato all’ordine le Ulss – che erano intenzionate a muoversi in ordine sparso – dettando la linea comune: entro questa settimana saranno conclusi gli accertamenti sui sanitari no vax, quindi si applicherà la legge. Da lunedì 26 luglio, tramontata l’ipotesi del tampone ogni 48 ore per gli insostituibili, scatteranno demansionamenti e sospensioni per quanti hanno rifiutato (in maniera immotivata) di vaccinarsi contro Covid-19.

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