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Infermieristica 2021, il 26% dei posti in meno

di Redazione Roma

Pur registrando un aumento di 1.417 unità rispetto al 2020, per gli infermieri il 26% dei posti in meno rispetto a quelli definiti dalla Conferenza Stato-Regioni. Giungono i numeri definitivi inerenti le immatricolazioni ai corsi di laurea delle professioni sanitarie. Esprime amarezza la Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche - Fnopi, che in principio aveva accolto con favore le indicazioni dei dati sul fabbisogno di posti destinati agli infermieri.

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Meno posti a disposizione destinati agli infermieri. Per essere precisi: il 26% dei posti in meno rispetto a quelli definiti dalla Conferenza Stato-Regioni. Ad ogni modo, la categoria degli operatori sanitari registra un incremento di 1.417 unità rispetto al 2020.

Giungono, dunque, i numeri definitivi per quanto concerne le immatricolazioni ai corsi di laurea delle professioni sanitarie in vista dell’esame fissato il 14 settembre 2021 (inizialmente previsto il 7 settembre). Il Ministero dell’Università e della Ricerca ha infatti pubblicato il decreto definitivo n. 1068 del 17 agosto 2021, “Definizione dei posti disponibili per le immatricolazioni ai corsi di laurea delle professioni sanitarie per i candidati Ue ed non Ue residenti in Italia” che recepisce le indicazioni contenute all’interno dell’accordo raggiunto con Conferenza Stato-Regioni relativamente al fabbisogno di posti per l’anno accademico 2021/2022.

E se in principio l’accordo faceva riferimento a 23.719 posti per gli infermieri, il Ministero ha deciso di definirne 17.394 (più 264 per infermieristica pediatrica).

Definizione fabisogno Posti resi disponibili Differenza Differenza %
23.719 17.394 - 6.325 - 26 %

Numeri, questi, che la Fnopi ha commentato con amarezza: Eppure l’accordo Stato-Regioni parlava chiaro nelle sue motivazioni relative all’innalzamento della richiesta – riporta la Federazione in una nota – sottolineando la necessità di specifiche competenze particolarmente richieste nella gestione dell’emergenza pandemica ancora in atto, alla luce dell’adozione di nuove e diverse misure organizzative volte a garantire le future necessità assistenziali, avuto particolare riguardo all’assistenza territoriale ed alla presa in carico della persona, tenuto conto dello sviluppo delle patologie correlate e conseguenti alla malattia da Covid-19 e del ruolo sempre più essenziale delle attività di prevenzione.

Per gli operatori sanitari, come detto, rispetto al 2020 si registra un incremento di 1.417 posti, che però risulta particolarmente limitato rispetto a quello che si sarebbe potuto registrare accogliendo i dati sul fabbisogno, che avrebbero condotto a 7.500 posti in più nell’arco di un anno.

Fabbisogno formativo per l’anno accademico 2021/2022 che – prosegue la Fnopiera stato determinato in modo da garantire in tutti i casi il pieno soddisfacimento dei singoli fabbisogni espressi dalle Regioni, incrementandoli, laddove il fabbisogno espresso dalla relativa Federazione nazionale fosse maggiore rispetto a quello espresso dalle Regioni, fino al raggiungimento del tetto massimo di fabbisogno nazionale espresso dalla rispettiva Federazione nazionale.

La stessa Fnopi, oggi delusa, aveva accolto con particolare favore le indicazioni sul fabbisogno infermieristico, evidenziando da anni la carenza di operatori sanitari e dunque l’esigenza di incrementare i posti per le immatricolazioni.

Giornalista

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